Sull’onda del successo del personaggio interpretato dalla Mondaini, Flavio Mogherini (da un’idea della stessa Mondaini) gira un raccapricciante clown-movie, terrificante e poveristico, sgangherato e dimenticato. Pellicola anomala nella storia della filmografia italiana che sembra girata sotto l’effetto di eroina. Stranianti e disperate ambientazioni che passano dal villaggio gotico ai tendoni circensi, con innesti folli di strazianti documentari tedeschi sui circhi. Ibernato in un limbo di sgrammaticatura registica e attoriale che ha ben pochi paragoni. Urticante la onnipresente sguaiata Mondaini-Sbirulino e agghiacciante la musichetta di sottofondo spaccanervi. Un guazzabuglio talmente delirante da risultare ipnotico. Il finale con la gallina gigante che trasporta Sbirulino è uno dei punti più allucinanti e allucinati della storia del cinema mondiale. Un incubo di 1 ora e 14 minuti. Non male Gianni Agus. Straculto dovuto alla trentennale irreperibilità.