Release of an Oath è probabilmente il vertice artistico degli Electric Prunes, eppure, paradosso emblematico dell’epoca, nessuno dei membri originari della band vi partecipò.
Alla fine del 1968, infatti, il gruppo si era già sciolto, ma il produttore Dave Hassinger, detentore dei diritti sul nome “Electric Prunes”, decise di mantenerlo in vita come puro marchio, svuotato della sua formazione originaria. Così, mentre il nome sopravviveva per ragioni contrattuali, la musica si reincarnava in un’entità del tutto nuova, guidata da un’unica mente creativa: David Axelrod.
Come il precedente A Mass in F Minor, anche Release of an Oath è un’opera rock di carattere sacro e sincretico, ma infinitamente più compiuta. Axelrod riprende qui il Kol Nidre, la solenne preghiera ebraica che introduce il Giorno dell’Espiazione (Yom Kippur), trasformandola in una liturgia psichedelica, sospesa tra mistica e groove orchestrale. Sorprende sapere che l’intero progetto fu scritto in pochi giorni e registrato in tempi altrettanto rapidi, segno della straordinaria padronanza e visione di Axelrod.
Per l’occasione furono chiamati musicisti di altissimo livello: membri del gruppo Climax, uno dei Collectors, la leggendaria Carol Kaye al basso e il chitarrista Howard Roberts, autore di un assolo insieme “rovente” e ieratico, in perfetto equilibrio tra spiritualità e fuoco elettrico.
Il brano “Holy Are You” resta il punto più alto dell’intera produzione Axelrod–Prunes: una meditazione sonora di rara intensità, dove la tensione religiosa si traduce in un’estasi laica, sostenuta da arrangiamenti di una ricchezza quasi sinfonica.
Nel complesso, Release of an Oath riesce dove Mass in F Minor aveva fallito: è un disco unitario, coerente, emozionante dall’inizio alla fine. Ma il suo destino fu amaro. Nonostante la qualità superiore, il pubblico non lo capì: le vendite furono deludenti, le classifiche impietose. Con il suo insuccesso si concluse non solo la collaborazione tra Axelrod e gli “Electric Prunes”, ma anche l’intera parabola di quella che, a dispetto delle manipolazioni produttive, resta una delle esperienze più affascinanti del rock psichedelico americano.