Pubblicato nel 1974 e registrato l’anno precedente a Milano, nella Basilica, studio dell’etichetta PDU di Mina, Mirage segna un punto di svolta nella carriera di Romano Mussolini. Con la produzione artistica di Piero Montanari, il disco rappresenta un cambio di direzione stilistica per il pianista, che in questo lavoro abbandona il pianoforte acustico per immergersi nelle sonorità elettriche del Fender Rhodes. Questo spostamento timbrico lo inserisce nel filone funky-jazz-fusion degli anni ’70, sull’onda di Bitches Brew di Miles Davis nel 1969.
L’album vanta una formazione di alto livello: oltre a Mussolini al Fender Rhodes, troviamo Piero Montanari al basso elettrico e Roberto Spizzichino alla batteria, con il supporto di musicisti d’eccezione come Glauco Masetti ai sassofoni, Emilio Soana alla tromba e Tullio De Piscopo alle percussioni, che contribuiscono a rendere il sound dell’album dinamico e stratificato.
L’album è considerato una rarità tra i collezionisti non solo per la sua qualità artistica, ma anche perché rappresenta una testimonianza importante della fase “elettrica” di Romano Mussolini. La scelta di utilizzare il Fender Rhodes lo pone in una dimensione più internazionale e lo collega ai fermenti del jazz-rock e del fusion, generi che negli anni ’70 stavano ridefinendo i confini del jazz tradizionale.
Curiosità: tre brani del disco sono dedicati alle figlie: Sweet Elisabeth, Blues for Alexandra, Rachel’s Lullaby, con i nomi delle figlie declinati in inglese.