Agghiacciante e poverisitico italian Sword & Sorcery movie. Dopo il grande successo di Conan il Barbaro di John Milius, in Italia vengono dati alla luce una serie di improbabili cloni del fantasy steroideo come “Ator l’invincibile” (1982) di Joe D’Amato e “Thor il conquistatore” (1983) di Tonino Ricci. Tra questi, “Gunan il Guerriero” di Franco Prosperi che si distingue come un gioiello di implacabile trashismo oltre l’immaginabile. Pietro Torrisi culturista, qui accreditato con l’altisonante pseudonimo Peter McCoy, veste i panni di un Conan versione sfasciacarrozze della Tiburtina. Location improvvisate tra cespugli dell’entroterra laziale, con qualche incursione nei giardini di Bomarzo, mentre la regia di Prosperi si muove tra il minimale e il rassegnato. Il film si barcamena tra combattimenti goffi, costumi di carnevale del 1978, fotografia da VHS lasciata al sole. Le uniche note di valore sono le presenze femminili: Malisa Longo e Sabrina Siani, quest’ultima almeno dotata di un certo “fascino” naturale.
Se negli anni ’60 l’Italia aveva saputo confezionare imitazioni povere ma efficaci: i Peplum; negli anni ’80 la magia si è ormai irrimediabilmente persa. Ttolo geniale.