Raymond Queneau, uno degli sperimentatori più raffinati della letteratura francese, con Il diario intimo di Sally Mara si avventura in un territorio ambiguo, giocoso e metalinguistico, intrecciando ironia, erotismo e una profonda riflessione sul linguaggio. Presentato come il diario privato di una giovane irlandese, l’opera è in realtà un esempio brillante di scrittura sperimentale, dove il confine tra autore e personaggio si dissolve in un intricato gioco letterario. Il romanzo si presenta come un diario adolescenziale, con una voce narrante che evolve in modo apparentemente ingenuo e intimo. Tuttavia, sotto questa facciata si cela un raffinato lavoro di costruzione narrativa. La scelta di utilizzare la forma diaristica non è casuale: essa consente a Queneau di simulare una spontaneità che, in realtà, è attentamente orchestrata. Le digressioni, gli errori grammaticali voluti e le osservazioni triviali di Sally diventano uno specchio dell’abilità dell’autore di padroneggiare la lingua, deformandola per rivelarne le potenzialità nascoste. La vera protagonista del romanzo è la lingua stessa. Queneau, membro dell’Oulipo (Ouvroir de Littérature Potentielle), trasforma ogni frase in un laboratorio di sperimentazione linguistica. L’uso sapiente di neologismi, giochi di parole e slittamenti semantici riflette la volontà di esplorare i limiti e le possibilità della lingua. Questo approccio mette in discussione la nozione stessa di autenticità narrativa, suggerendo che anche la più intima confessione è, in ultima analisi, un costrutto linguistico.
Sotto la patina di leggerezza e ironia, Il diario intimo di Sally Mara esplora temi profondi come la sessualità, l’identità e la scrittura. Sally, nella sua apparente ingenuità, è un personaggio sfaccettato, che rappresenta al contempo il voyeurismo del lettore e l’auto-riflessione dell’autore. L’erotismo, che pervade il testo, non è mai gratuito, ma diventa un mezzo per interrogare la morale e le convenzioni sociali, con un tono che oscilla tra il satirico e il sovversivo. L’aspetto più affascinante del romanzo è la sua dimensione metafictionale. Queneau non solo crea un personaggio, ma lo circonda di un intero universo immaginario, includendo la falsa attribuzione del libro a Sally Mara stessa. Questo stratagemma, che anticipa le pratiche postmoderne, sfida il lettore a riflettere sul ruolo dell’autore e sulla natura della narrazione. Il risultato è un’opera che, pur simulando la semplicità di un diario, si rivela un sofisticato esercizio di decostruzione letteraria.