Innamorati e lecca lecca. Indipendenti americani anni ’60 – Ed. Lindau, 1991
In un momento in cui il cinema americano stava attraversando la crisi di un modello produttivo novecentesco, lo studio system, e si profilava all’orizzonte la cosiddetta “New Hollywood”, il cinema indipendente anni ’60 rappresentò un punto di rottura epocale, estetica e ideologica. “Innamorati e lecca lecca”, pubblicato da Lindau nel ’91, restituisce con acume critico e rigore storico questo snodo fondamentale, offrendoci una mappa di autori, poetiche e contesti che segnarono la nascita di un linguaggio nuovo, a tratti selvaggio, radicale, intimo. Il titolo, voultamente ambiguo e pop, allude a quell’universo visivo che si nutriva di contraddizioni: erotismo e ingenuità, contestazione e psichedelia, nevrosi urbana e utopia comunitaria. Non si trattò solo di uno scarto formale rispetto ai dettami hollywoodiani, ma di una rivoluzione della soggettività filmica, che passava attraverso una riscrittura dei codici narrativi, l’uso sperimentale del montaggio, la recitazione non professionale e la destrutturazione del plot. Attraverso una serie di saggi e schede analitiche, il libro si sofferma su figure centrali come John Cassavetes, padre spirituale del cinema underground, con il suo Shadows (1959), vero manfesto ante-litteram dell’indipendenza produttiva, Shirley Clarke, pioniera della contaminazione tra fiction e documentario, e Jonas Mekas, teorico e praticante del diary cinema, fondatore dell’Anthology Film Archives e animatore dell’underground newyorkese. Ma il volume si apre anche a esperienze meno note, laterali, marginali, rendendo giustizia alla pluralità di voci che popolarono quel decennio.
Dal cinema vérité alla sperimentazione psichedelica, dall’uso del 16mm e Super8 come gesto politico di sottrazione al consumo di massa, fino alle prime forme di distribuzione alternativa (Cinematheques, cooperative, circoli universitari), “Innamorati e lecca lecca” racconta il sorgere di una cultura cinematografica che si faceva corpo vivo della controcultura.
Libro ormai non facilissimo da trovare, un documento imprescindibile per cinefili, studiosi e curiosi: non solo per chi voglia conoscere i nomi e le opre, ma per chi desideri comprendere come un’altra idea di cinema sia diventata possibile.