Libro curioso per lettori curiosi, costruito come un vero e proprio dizionario di giochi letterari che raccoglie i contributi degli autori italiani più attivi nell’Oplepo (Opificio di Letteratura Potenziale). L’organizzazione alfabetica non è un mero espediente formale, ma la cornice entro cui si dispiega una serie di esercitazioni che esplorano, con rigore quasi laboratoriale, l’intero repertorio delle costrizioni: acronimi e acrostici, anagrafie e anagrammi, combinazioni e false etimologie, lipogrammi, omofonie, ossimori occultati, palindromi, plagi per anticipazione, rebus, sonetti e sottili giochi di sostituzione.
Il movimento che ne costituisce la matrice si colloca nella scia delle avanguardie novecentesche — in particolare del surrealismo — ma opera, rispetto a queste, un deliberato rovesciamento: non celebrazione dell’ispirazione libera, bensì ritorno provocatorio alla regola, all’apparato formale come dispositivo di produzione del testo, in aperto contrasto con la tradizione idealistica e con ogni poetica dell’espressività spontanea.
Un volume affascinante, ma tutt’altro che accomodante: non destinato a tutti, bensì a chi ama vedere la letteratura mentre si costruisce e si smonta, come un meccanismo ingegnoso e implacabile.