Cosa è (stata) l’editoria italiana?
Gian Arturo Ferrari, ultimo grande vero protagonista dell’editoria italiana, ci racconta la storia della più prestigiosa macchina dell’industria culturale nel nostro Paese: dai grandi editori del primo Novecento fino agli anni Duemila. Ritmo serrato e avvincente, che combina narrazione in prima persona, vicende storiche e aneddotica. Arnoldo Mondadori e la sua stirpe, Angelo Rizzoli, Luigi Einaudi, Paolo Boringhieri, i grandi editor e direttori editoriali che si sono succeduti all’interno dei board dei grandi gruppi, e ancora i magnifici art director della grafica (Bob Noorda, John Alcorn, Enzo Mari…), le strategie commerciali e di marketing, le organizzazioni interne, la Fiera di Francoforte, la gestione degli autori e delle collane, i grandi successi ma anche le sconfitte. La Mondadori di Tatò e di Berlusconi. Una storia che non scade mai nel celebrativo o nel nostalgico, ma racconta con lucida ironia e acuto distacco cosa è stato questo mondo ricco di personaggi di grande intuito e capacità (ma anche di qualche cialtrone creativo). Unica nota al libro l’assenza (o quasi) della prestigiosa editoria Fiorentina della prima metà del Novecento: Vallecchi, Le Monnier, Bemporad-Marzocco, Nuova Italia…
Da sottolineare che il mondo raccontato in questo libro non esiste più, le grandi figure di editori, di editor di direttori commerciali… sono ormai sparite o in via di pensionamento, il settore è ormai per molti Gruppi alla deriva completa, gestito da figure non adeguate nè come attitudine nè come preparazione. La concentrazione in grandi gruppi con integrazioni a monte e valle: dalla stampa alla proprietà di catene librarie, ormai sempre più degli Autogrill) ha reso l’editoria un oligopolio e una grande macchina finanziaria il cui vero core-buisiness non è la vendita dei libri, discorso lungo che andrebbe trattato a sè.
Del resto è un destino che riguarda tutti i settori.
Consigliato non solo agli addetti.
David Pacifici